La cresta nord-est della Cima Presanella è un’affascinante via di misto dal facile livello tecnico, racchiusa nel contesto di una gita di ampio respiro esigente sia dal punto di vista altimetrico che dello sviluppo. Favolosa dal punto di vista paesaggistico: partenza dai pascoli incantati della malga Vallina d’Amola, all’ampio vallone glaciale della vedretta d’Amola sovrastata dalla parete est della Presanella (definita l’Hymalaiana del trentino per imponenza e verticalità), per poi giungere alla bocchetta omonima ed affacciarsi sulla severa parete Nord che sale dal ghiacciaio sopra al rifugio Denza. Infine la vista in vetta spazia a 360° sul vicino Adamello, il Brenta e tutte le vicine cime del gruppo Ortles-Cevedale
Percorso: Cima Presanella, Cresta Nord-Est
Luogo / località: Val Rendena, Pinzolo, Val Nambrone ,Val d’Amola, Gruppo Adamello-Presanella, Alpi Retiche
Dislivello: 1650 m complessivo, 550 m la via
Tempistiche: 10-11 h complessive, di cui 6-7 h di salita (3 h attacco, 3-4 cresta), 3-4 h di discesa
Difficoltà Alpinistica: AD
Difficoltà tecnica: III/III+ su roccia 40/45° (max) a seconda dell’innevamento dello scivolo Nord
Materiale: Normale dotazione alpinistica, ramponi e piccozza, se si è in due utili cordini, fettucce, 2/3 friend medi. Da soli utile una mezza corda da 30 m e materiale per la calata
Data di percorrenza: 18 Settembre 2021
Partecipanti: Angelino Arici
Voto: 9
Cima Presanella Cresta Nord-Est
DESCRIZIONE VIA
Dalla malga Valina d’Amola salire per il sentiero 211 al rifugio Segantini. Da qui prendere il sentiero per la normale estiva (seguire evidenti bolli rossi); dopo 30 minuti circa dal rifugio si giunge ad un pantano con dei laghetti, da qui il sentiero si inerpica seguendo una dorsale morenica che sale in direzione ovest. Circa a metà prestare attenzione ad un grosso ometto: quello è il punto di svolta verso destra, dal quale abbassarsi verso il torrente per scendere nel vallone glaciale della val d’Amola, d’ora in poi la traccia diventa pressoché inesistente, quindi tenere come riferimento il ruscello e qualche sparuto ometto. Risalire tutta la vallata in direzione ovest, facendo attenzione, quando si giunge in prossimità della lingua di percolazione, a mantenersi sulla sponda sud (destra orografica) del ruscello. Risalire la lingua di ghiacciaio senza ramponi, poiché quasi completamente sepolto da detriti morenici; da qui spostarsi sul lato opposto della vallata (sinistra orografica) quindi per valloni morenici e per nevai portarsi ai piedi della bocchetta d’Amola.
Per salire alla bocchetta ci son 2 possibilità:
1) in presenza di neve mantenersi sulla sinistra faccia a monte e risalire lo scivolo;
2) senza neve salire una larga fessura ben spaccata adiacente la parete a dx faccia a monte con passi delicati (III-IV)causa la friabilità della roccia
Giunti alla bocchetta d’Amola (3079 m), inizia la cresta. In presenza di neve è possibile scendere in direzione ovest, oltrepassare la terminale e sfruttare lo scivolo della nord 50° uscendo a sinistra dopo 150/200 mt di dislivello per raggiungere la selletta, oltre i primi due gendarmi, che divide due in 2 la cresta.
Io ho seguito fedelmente il filo di cresta: nella prima parte più ripida vi è la possibilità di effettuare 4 tiri di corda, vi sono infatti presenti ogni 25/30 metri degli ancoraggi (chiodi e cordini su spuntone) sui quali allestire le soste. Inizialmente la cresta presenta gradoni molto lisci da risaltare con passi atletici con grado sostenuto sul III/III+ ma comunque sempre ben fessurati sul versante tendente a nord.
In prossimità dei gendarmi perdere quota in direzione dello scivolo nord per aggirarli e giungere così alla selletta sopra citata. In questo tratto le difficoltà si attenuano (II+) ma la parete è molto instabile e sfasciuminosa. Dalla sella la cresta riparte molto ripida con percorso non obbligato: le difficoltà son sempre sostenute (III/III+) mantenendosi spostati dal filo leggermente a nord talvolta è possibile trovare qualche chiodo e cordino su spuntone (attenzione la roccia si presenta sempre ben fessurata con ottimi appoggi per mani e piedi, è tuttavia consigliato tastarne sempre la consistenza, specialmente in assenza di neve); in alternativa si può salire il più possibile lungo il filo di cresta; tuttavia ciò comporta una difficoltà leggermente superiore (III+,max IV) ed una maggior esposizione, ma la roccia si presenta molto più stabile. Dalla selletta proseguire quindi su questo tipo di terreno per un’ora e mezza circa; giunti quasi al culmine la cresta diventa nevosa, si consiglia di spostarsi dal filo verso destro, faccia a monte e percorrere il tratto finale dello scivolo nord 40/45° a seconda dell’innevamento.
DISCESA
Per la normale estiva ben segnata con evidenti bolli rossi ed attrezzata con cavi metallici nei tratti più delicati passando per il bivacco Orobica (3382 mt).
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