Siamo fortunati

Amo viaggiare. Ma da un po’ non posso più farlo. E non so quando lo potrò fare ancora.

Siamo nel Marzo 2020 e il coronavirus è diventato un’emergenza globale.

Un virus sconosciuto ha iniziato ad insediarsi nelle nostre vite, nelle nostre case, nelle nostre televisioni e nei nostri pensieri. Ha smosso migliaia di persone, ha bloccato migliaia di aziende e dato una bella scossa a tutte le nazioni presenti su questa terra. Ragionandoci ho pensato che trovavo troppi aspetti significativi nello sviluppo di questo virus: 

  • si diffonde a livello globale, il che obbliga le varie nazioni a cooperare per combatterlo nel minor tempo possibile e con gli strumenti e le tecniche più adeguate; se manca la collaborazione i tempi si allungano e le tecniche saranno più difficili da individuare, quindi collaborare è sostanzialmente FONDAMENTALE
  • è altamente contagioso, quindi il comportamento di una singola persona può variare profondamente il risultato di qualsiasi tipo di intervento collettivo; anche qui la collaborazione e la solidarietà svolgono un ruolo essenziale; in questo caso però non si è mossi da un desiderio individuale di realizzare un obiettivo, bensì dalla necessità di mettere l’altro davanti a noi stessi. L’unione è il vero fine ultimo, la battaglia per salvare la comunità.
  • ha bloccato quasi interamente il traffico di interi paesi, città, nazioni; i livelli di inquinamento sono scesi drasticamente in diverse parti del mondo e questo potrebbe aver fatto un’enorme differenza per quanto riguarda alcune aree ad alto rischio di inquinamento.
  • purtroppo, è sconosciuto, potente e sta lasciando dietro di sé diverse vittime; tra quelle più colpite troviamo le persone anziane, che solitamente si trovano nelle nazioni più sviluppate a livello economico, dove le aspettative di vita sono tra le più alte al mondo. Vi comunico che, ad esempio, in alcune nazioni africane, l’aspettativa arriva fino a 50-55 anni!

Non vi ronza in testa anche a voi l’idea che, pur essendo tutto quello che ci sta succedendo una grande tragedia, nascosto sotto questa enorme emergenza ci sia in realtà un messaggio, un invito, uno stimolo alla consapevolezza di tutti noi a pensare a ciò che abbiamo, ciò che abbiamo perso o ciò che invece stiamo rovinando?

L’immagine che mi viene alla mente è quella di qualcuno con un enorme megafono che gira per le nostre vie, come l’omino del gelato col suo carretto, con i vestiti strappati, la voce rotta dalla disperazione e la pelle consumata dai lividi e dalle cicatrici che urla a pieni polmoni: 
“Siamo tutti un’unica grande famiglia! Le nostre differenze culturali, le nostre tradizioni e il nostro diverso modo di vedere il mondo non sono un ostacolo, ma un’opportunità di crescita e anche di felicità, se saremo aperti ad ascoltare e conoscere, al posto di difenderci giudicando chi è diverso da noi. Per quanto possiamo essere determinati nei nostri obiettivi ed indipendenti nel raggiungerli, il loro sapore sarà sempre più ricco se avremo qualcuno con cui celebrarli. Proviamo a pensare a quanta solidarietà è stata sotterrata sotto le fondamenta dei nostri maestosi e sontuosi castelli, pieni di oro e ricchezze. Credete che ne sia valsa la pena? Fermatevi solo un secondo, sedetevi, fate un lungo inspiro ed un lungo espiro.. e pensateci seriamente. Pensate che l’accoglienza che ci è stata data dal luogo in cui viviamo, sia stata ricambiata con la stessa generosità? O ne abbiamo forse approfittato pensando un po’ troppo a noi stessi? Lo sappiamo, siamo umani, e gli umani fanno errori, ma la questione non è essere senza difetti, ciò che basta in realtà è la buona volontà e la consapevolezza che niente di ciò che abbiamo è dovuto, ma dobbiamo guadagnarcelo ogni giorno, prendendocene cura e restituendogli l’amore che ci stato dato in principio. Forse ci è sfuggito un piccolo dettaglio: il nostro scopo non è battere gli altri, ma abbattere il muro che ci divide da loro, tendere la mano e sedersi con loro a bere un caffè; confrontarsi ed essere curiosi; lasciare che ciò che è sconosciuto, in principio spaventoso e minaccioso, venga visto sotto una nuova luce, venga accolto e infine venga capito.

Per questo oggi, nonostante tutto, penso che la situazione che stiamo vivendo dovrebbe farci capire quanto siamo fortunati a vivere nel nostro paese. Il nostro stile di vita, i nostri luoghi, le nostre possibilità.. il nostro cibo!

Ma al tempo stesso dovremmo anche capire quanto a volte siamo sciocchi e ingenui. Ci fissiamo su argomenti e discussioni che non sono importanti, che non meritano la nostra attenzione, mentre invece potremmo dedicare le nostre energie a tendere la mano verso qualcun altro, e scoprire che questo semplice gesto è in realtà il più potente di tutti.

#iorestoacasa

#unitisivince